Sulla soglia di casa. Abitare tra sogno e realtà
- Autore: Carla Stroppa
- Genere: Psicologia
- Categoria: Saggistica
- Anno di pubblicazione: 2019
La casa è un ponte. Un luogo di mezzo tra dentro e fuori. Sospeso tra necessità e trascendenza di ritorno, riparo e prigione odisseica al contempo. La casa è uno sfrangiato trait-d’union tra il qui e l’altrove eventuale: l’immaginifica copertina di “Sulla soglia di casa. Abitare tra sogno e realtà”, Carla Stroppa, (per Moretti & Vitali, 2019) è di Magritte. Non per caso. In mezzo a un pavimento galleggiante sul possibile si apre la porta che affaccia sul mondo limitrofo. Il mondo delle cose visibili e invisibili, degli oggetti, dei volti, delle situazioni, dei contesti onirici.
Un emblema: il saggio di Carla Stroppa è un compendio di sogni commentati. Variazioni analitiche sul tema e sui sogni di Casa.
Carla Stroppa è una psicoanalista junghiana e assume la casa (sognata) come porta di accesso al mondo interiore:
(…) la casa è figura dell’eterna tensione umana ad avere un rifugio accogliente e nello stesso tempo è figura della paura di rimanerne prigionieri. In questo senso la casa è immagine della soglia fra il dentro e il fuori. Varcandola si può guardare dentro e venire a conoscenza di angoli e pertugi insospettati che nascondono cose importanti. Allora si può decidere di entrare ed esplorarli questi spazi in ombra e ancora sconosciuti; viceversa se si è già dentro, varcando la soglia si può vedere là fuori la scena del mondo e decidere di uscire per prenderne parte (…) i poli opposti della vita che si richiamano e che ci costringono a vedere i due lati esperienze e dei fenomeni.
Costantemente in bilico tra proiezioni inconsce e rimandi alla realtà (a volte sfrangiata e sfrangiabile essa stessa) del vissuto, la dimora declinata junghianamente da Carla Stroppa assume così di volta in volta - sulla scorta della lettura analitica dei sogni dei pazienti - i diversi caratteri di “casa del latte”, di “casa mostruosa”, di “villa dei misteri”, sede di ombre, metamorfosi, eco, richiamo erotico e materno (e così via). Per una partitura dal nitore perturbante (se mi si passa il quasi ossimoro) e il rigore di una lettura psicoanalitica che sconfina nella filosofia come nell’arte. Vedi l’acuta traduzione della Melancholia di Albrecht Dürer. Un libro «tecnico», ma dal fascino innegabile.
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Sulla soglia di casa. Abitare tra sogno e realtà
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