Il "primato" di Londra come ambientazione narrativa prosegue nel XX secolo, ma non con gli stessi parametri precedenti.
Virginia Woolf e suo marito Leopold sono tra i fondatori e gli animatori del circolo culturale con sede nel quartiere londinese di Bloomsbury. Gioco forza Londra continua a mantenere una sua centralità nella narrativa. La capitale inglese è protagonista de La signora Dalloway, uno dei romanzi più noti della Woolf, che parla delle vite parallele e diverse di Clarissa Dalloway, annoiata signora dell’alta società e del reduce Septimus Smith. L’azione si svolge nella zona residenziale e nei quartieri della Londra amministrativa. Siamo alla fine della prima guerra mondiale e molti cambiamenti sono occorsi in Inghilterra.
Una Londra trasfigurata e visionaria è quella descritta da George Orwell in 1984.
Siamo in un futuro prossimo e la città inglese non più capitale del Regno Unito ma sede di un’area denominata Oceania. Pur ospitando degli importanti ministeri che svettano in costruzioni magnifiche, Londra appare tetra piena di casermoni sporchi e di case antiche ormai deserte e ridotte a macerie, descrizione che alludeva a molti quartieri londinesi colpiti dai violenti bombardamenti del secondo conflitto mondiale.
Facendo un salto temporale notevole lo scrittore Nick Hornby, romanziere alquanto fecondo che ha iniziato a pubblicare sul finire del secolo scorso, ambienta le sue storie nella capitale inglese trattando dei quartieri abitati dalla piccola borghesia operaia o di una squadra di calcio locale assai nota a livello internazionale (l’Arsenal croce e delizia in Febbre a 90’) o ancora dei quartieri trendy che hanno reso la città alla moda.
Parlando di moda e di shopping Londra, le sue firme e i suoi negozi sono i protagonisti assoluti nei romanzi chick-lit di Sophie Kinsella del ciclo "I love shopping".
La stessa città che veniva descritta capillarmente da Defoe in Moll Flanders a fine Seicento per dare al suo romanzo un tocco di realismo si trasforma e segue le vicende dei protagonisti di opere narrative che si sono succedute nei secoli.
Accanto a scrittori britannici che parlano di inglesi nell’ultima parte del XX secolo si accostano anche dei romanzieri di diversa etnìa. Un esempio è Agrodolce, romanzo di Timothy Mo del 1982 che tratta di alcuni emigranti cinesi trasferitisi nella Chinatown londinese dalla natìa Hong Kong nei primi anni Sessanta.
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Articolo originale pubblicato su Sololibri.net qui: Londra nella letteratura del Novecento
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