Malgrado all’alba del suo regno la giovane Elisabetta abbia dovuto fronteggiare non pochi problemi dovuti essenzialmente al fatto che un’ampia frangia di maggiorenti non accettava la sua incoronazione perché riteneva nulla l’unione tra suo padre Enrico e sua madre Anna Bolena, la regina Elisabetta I seppe tuttavia lentamente costruirsi un vasto seguito.
Sotto il suo lungo regno il paese stabilizzò la strada delle riforme protestanti che già aveva avviato il padre Enrico portando l’Inghilterra lontano dall’area di influenza papista e conseguentemente avviando il processo di espansione che raggiunse poi il culmine solo due secoli dopo sotto un’altra regina, l’altrettanto mitica Vittoria.
La letteratura vide terreno fertile nel regno. I viaggi verso l’Europa del sud garantirono la diffusione di autori italiani. Sir Thomas Wyatt tradusse in inglese i sonetti di Francesco Petrarca dando al sonetto una nuova forma: dalla divisione in due terzine e due quartine a quella in tre quartine e un distico finale con una rima diversa. Philip Sydney è uno dei poeti più noti dell’epoca, celebre per l’amore tra Astrophel e Stella mentre Edmund Spenser dedica ad Elisabetta il poema epica The Faerie Queene, la regina delle fate.
Ma è il teatro che vede lo sviluppo maggiore. Per la prima volta dei laureati si dedicano alle opere teatrali. Si tratta dei celeberrimi University Wits.
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Articolo originale pubblicato su Sololibri.net qui: La letteratura nell’età elisabettiana (parte prima)
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