Il volume “La donna che mangiava poesie” (Besa Muci Editore 2019, traduzione di Clara Nubile, pp. 152, 15,00 euro) di Zdravka Evtimova contiene una raccolta di racconti intrisa di realismo magico, firmata da una delle più grandi autrici bulgare contemporanee, già vincitrice del prestigioso Premio Balkanika e finalista al Premio Sinbad con il libro “Sinfonia”, tradotto in Cina, Stati Uniti, Svizzera, Iran, Bosnia, Macedonia e Serbia.
Zdravka Evtimova, nata nel 1959 a Pernik, in Bulgaria, dove vive e lavora, è autrice di romanzi e racconti, molti dei quali tradotti e pubblicati all’estero ed è anche traduttrice dall’inglese, dal francese e dal tedesco. Il recente libro “Lo stesso fiume” (2017) è stato eletto romanzo dell’anno in Bulgaria.
Era una casa vecchia con le finestre si affacciavano su un groviglio di alberi ancora più vecchi, cespugli di ortiche e arbusti di biancospino dall’aspetto minaccioso.
Undici racconti che provengono dalle raccolte “Miss Daniella and other stories” e “Blood and other stories”, dove, attraverso storie sospese tra sogno e realtà che ruotano attorno alla violenta città di Pernik, la Evtimova costruisce un incredibile microcosmo letterario imbevuto di realismo magico nel quale si alternano amori folli, personaggi indimenticabili e animali fatati. In tutti i racconti: “La gabbia per gli uccelli”, “L’importanza del martedì”, “La bicicletta”, “La donna che mangiava poesie”, “La cuccia”, “Il latte di Ljuda”, “Bianco assoluto”, “Sangue di talpa”, “Boris, o gli alberi di castagno”, “Il cuscino” e “Pioggia”, l’autrice tratteggia una terra rurale e ai confini di tutto, dominata dal colore giallo forte dei campi e dove il cielo è sempre pieno di nuvole. È tutto straordinariamente reale nella prosa vivida e potente della scrittrice bulgara, venata da sottile ironia e sensualità.
La Bulgaria di Zdravka Evtimova è una dimensione fatata e povera al tempo stesso, dove le donne girano con i coltelli sotto le gonne per proteggersi dagli uomini rozzi e invadenti, a dir poco, i crepuscoli sono rosso sangue e le notti sono accompagnate da vino scadente e dai lugubri versi di gufi e lupi. Non è una favola macabra, ma tutto è più vero del vero nei racconti dell’autrice, dove il regno del fantastico viene evocato a ogni pagina. La critica ha scritto che nei racconti della Evtimova “brilla il realismo magico di Salman Rushdie e di Gabriel García Marquez, ma in chiave bulgara, con quel pizzico di ironia e sfrenatezza che contraddistingue le culture dell’Est Europa”.
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Articolo originale pubblicato su Sololibri.net qui: "La donna che mangiava poesie" di Zdravka Evtimova. Raccolta di racconti intrisi di realismo magico
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